lunedì 30 maggio 2011

VITA DA DJ - ISTRUZIONI PER L'USO/2


In questo post ho deciso di passare sotto la lente d'ingrandimento un lavoro che molti ragazzi, almeno una volta nella vita, hanno sognato di fare: il DJ. Per cercare di entrare nella loro vita, nei loro pensieri, nel loro modo di essere, ho intervistato uno dei più noti DJ della riviera abruzzese, Davide Camplone. Vediamo qual'è il suo punto di vista sulla situazione dell'industria discografica mondiale, quali sono le sue idee in merito e sopratutto quali consigli dà a tutti voi che state leggendo questo post e desiderate diventare DJ. 


-    Dare vita alla materia (la consolle) per trasformarla in emozione: è questo il vero ruolo del DJ?

La tua definizione è esatta ed è soggetta ad un'unica interpretazione: non importa quante persone si hanno davanti 10, 1000, 10000, l’importante è  trasmettere un emozione. Riportando la definizione di Arte: “l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni” posso aggiungere che un dj che riesce a trasmettere un emozione può essere definito artista.


-         Da quando fai il DJ?

Ho iniziato a fare il dj all’età di 18 anni, quindi ben 7 anni fa. Ho fatto molta gavetta prima di arrivare a trovarmi a suonare nei diversi locali del circuito pescarese. Ho iniziato a lavorare in maniera stabile nelle discoteche dal 2008. Pian piano ho raggiunto tutte quelle consolle su cui da piccolo sognavo di salire, come ad esempio quella del Parco dei Cigni o anche quella del Gattopardo. Nel 2009 ho avuto la fortuna di essere stato resident  presso  la “Martina” situata a Ibiza, sono stato lì per 3 mesi e ho avuto l’ opportunità di sentire i migliori dj al mondo ed osservare i modelli organizzativi delle migliori discoteche  in Europa e tra le prime al Mondo.


-         Che consiglio daresti ad un ragazzo che vuole intraprendere questo mestiere?

Una qualsiasi passione, se c’è deve essere coltivata.  Negli ultimi anni il ruolo del dj all’interno dei locali è cambiato. Il ruolo del dj è diventato una moda, questo ha comportato l’aumento spropositato dell’offerta dei dj. Gli organizzatori per incassare sempre di più denaro hanno colto al volo l’occasione  trasformando il dj in P.R.. Questo ha creato un disordine, a mio parere enorme a livello artistico, con il successivo verificarsi di situazioni più assurde: il dj resident che ha cultura musicale ed esperienza viene sacrificato per un  un p.r. che ha solo intenzioni di visibilità,  ma che non sa neanche cos’è un bpm. Per il dj che vuole emergere dunque rimane difficile trovare spazio per esprimersi. Il consiglio che posso dare a livello artistico è quello di sapersi esprimere musicalmente a 360 gradi sapendo mantenere ogni tipo di pista, mentre a livello personale rimanere sempre umili,  assumere la consapevolezza di diventare manager di se stessi, creare un piccolo staff  promozionale che permetta di apportare numeri ai direttori artistici in cambio di un piccolo spazio consolle in cui dovrete far sentire tutte le vostre qualità. Attualmente è un lavoro duro, a volte scoraggiante, ma necessario per  trovare spazio e crescere.


            -         Qual è stato il tuo primo cd acquistato? E l’ultimo?

Il mio primo cd acquistato con la paghetta settimanale fu Hit Mania Dance 2000 non avendo altri fondi per acquistare molteplici cd feci la scelta di comprare quello con più tracce che mi piacevano ( ricordo ancora bene le hit del tempo erano l’amour toujour di gigi d’agostino o anche toca’s miracle dei fragma, pezzi che ogni tanto ancora metto nelle chiusure delle serate universitarie.  L’ ultimo cd che ho acquistato è “dj selection” è una compilation fatta apposta per dj, contiene le versioni estese di diverse canzoni.


-         Da napster in poi, come la pensi circa la possibilità di scaricare musica gratuitamente?

Per quanto riguarda il download ci dovrebbe essere più flessibilità da parte delle leggi. Quando ero a Ibiza, non c era Siae, era tutto molto più libero.  La Siae dovrebbe essere un ente che favorisce e tutela gli artisti, ma in un certo senso li sfavorisce perché non considera legali tutte quelle tracce che vengono acquistate o scaricate su consenso stesso dell’artista su siti internet come soundcloud, beatport etc. Quindi io dj non posso mettere in serata un disco di un bravissimo talento emergente, se quest’ultimo non fa uscire un cd registrato dalla Siae. Sembra assurdo, ma ora qualcosa si sta muovendo fortunamente.


-         Pensi si possa arginare questo fenomeno?

Per arginare il fenomeno si dovrebbe ridurre il prezzo dei cd musicali oltre a questo andrebbero favorite tutte quelle piattaforme internet che consentono l acquisto digitale del brano a prezzo accessibile, come beatport .


-  Forse i prezzi dei cd sono effettivamente troppo alti, se dipendesse da te quanto lo faresti pagare, in media, un cd?

Un cd secondo me dovrebbe costare 8-10 euro in modo che possa essere accessibile a tutti.

-         Hai mai pensato di produrre un tuo cd personale?

Per adesso realizzo mixati di varie canzoni, però sto valutando l’idea di imparare a produrre. La produzione la considero il passo successivo di crescita di un dj. E’ l’unica possibilità per un dj provinciale di affermarsi e diventare un dj di livello mondiale.


-         Parte delle “fortune” dei DJ più in voga del momento, sono arrivate grazie a collaborazioni con cantanti famosi; tu con chi collaboreresti?


Attualmente dj del calibro di David Guetta o Bob Sinclair  hanno raggiunto fama a livello mondiale, addirittura superiore a cantanti di livello internazionale. Adesso per assurdo sono i cantanti che richiedono la collaborazione a questi dj, questo sottolinea la parte artistica di un vero dj che non significa dunque mettere  solo un paio di dischi, ma lavorare a un progetto che andrà a produrre emozioni per milioni di persone.  Io nel mio piccolo Sarei ben felice di collaborare con qualunque artista che sia esso famoso o meno.


-         Industria discografica: tu come la pensi su questo settore?

Il mercato dell’ industria discografica è entrato in crisi in concomitanza con la creazione di Napster.  Le major discografiche nel 2000 spesero miliardi di dollari per fare causa a Napster e quello fu il momento in cui le etichette si suicidarono. Il mercato discografico ebbe un'incredibile opportunità allora. Stavano tutti usando lo stesso servizio. Era come se stessero ascoltando tutti la stessa radio. Poi Napster chiuse, e quei trenta o quaranta milioni di persone se ne andarono a scaricare su nuove piattaforme. Le case discografiche non furono dunque pronte ad accaparrarsi quella nuova fetta di mercato che stava nascendo.  Intervenendo allora avrebbero potuto continuare a trarne profitti. Ora con la possibilità di scaricare il brano preferito facilmente ed in circa due minuti sono pochi quelli che vanno ad acquistare un cd a 25 euro.


-          Mai pensato di fare altro nella vita?

Avendo 25 anni, ho ancora qualche anno per valutare tutto ciò che la vita ha da offrirmi. Bisogna sempre porsi nuovi obbiettivi e non stabilizzarsi in un unico settore. Molto spesso mi vedo occupato anche come organizzatore di eventi. La vita nottura comunque non è l’unica attività che impegna la mia vita.

-         Come ti vedi fra 30 anni?

Tra 30 anni penso di aver smesso di fare il dj nelle varie discoteche,  sicuramente terrò a casa una consolle con cui divertirmi, magari insieme a miei figli, se ne avrò J.

Ti ringrazio di questa intervista spero di essere stato utile per chiarire quel riguarda il ruolo del dj.

Nessun commento:

Posta un commento