martedì 12 aprile 2011

IL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO

Coma primo post ho deciso di parlare del sistema universitario italiano, con i suoi pro e contro; per fare ciò, mi sono avvalso della collaborazione di un amico, Fabrizio di Stefano, studente presso la "D'Annunzio" di Pescara ed "esperto" di università estere, grazie ai suoi viaggi studio in Estonia, Bielorussia e Stati Uniti.
Vediamo cosa ne pensa al riguardo.


1- Come giudichi il sistema universitario italiano?
Antiquato. Al costo di fare retorica bisogna dire che i nostri sistemi di insegnamento sono ormai obsoleti. Stiamo tralasciando una componente importante della formazione, ovvero la pratica. Stiamo creando delle menti ottime per la ricerca che in Italia non vengono sfruttate.

2-   Le principali differenze che hai notato con altri paesi?
Continuando a parlare di istruzione, in Paesi di cultura anglosassone ho notato una condizione opposta a quella italiana, a mio parere neanche quella del tutto confortante, vengono creati automi, perfetti per il lavoro, vuoti dal punto di vista umano, privi di pensiero critico. Ci vorrebbe un giusto mix.

3-   Indica 3 punti su cui, a tuo, parere, occorre intervenire per migliorare il sistema.
Uno su tutti è il sistema politico, non basta cambiare 5 o 10 attori, bisogna cambiare tutta la compagnia, o lo spettacolo resterà sempre lo stesso. Questo si può fare, in Estonia c’è il parlamento più giovane d’Europa, nonostante le dure critiche piovute da osservatori ed improvvisati economisti di tutto il mondo, che la davano per spacciata ad ogni scricchiolio dell’economia mondiale, l’Estonia è uno dei paesi più virtuosi in Europa, dando un forte distacco ai cugini lettoni e lituani nella rincorsa ad un’economia più stabile ed in linea con le politiche di Maastricht.
Dovendone scegliere altri due, dico sistema d’istruzione e la nostra cultura, la quale basandosi su un forte sistema familiaristico, tende troppo spesso a tralasciare il bene della società per quello personale.

4-   L’università ti ha aiutato a cercare il lavoro o fai tutto da te?
Tutto da me. Forse ho incontrato le persone sbagliate, non me la sento di addossare tutte le colpe alla mia Università, ma senza dubbio, qualcosa di più si può fare.

5-   Che peso dai alla scarsa internazionalizzazione di molte università?
E’ un grosso problema, e poche università l’hanno capito. La crescita avviene confrontandosi, se gli studenti avessero più interazione con studenti stranieri, ed i professori con docenti provenienti da altri atenei i primi a giovarne sarebbero coloro che vivono l’Università, e di conseguenza tutta la comunità.

6-   Università online: nuovo paradigma o università di serie b?
E’un passo azzardato, bisognerebbe prima consolidare l’e-learning. Questi processi richiedono tempo, ed inserire un’università telematica dall’oggi al domani potrebbe causare dei problemi, uno fra tutti il rigetto. Chi si fiderebbe assegnare un incarico di responsabilità ad un laureato presso una università telematica? I passi vanno fatti uno alla volta, la gente deve prima entrare in confidenza con certe innovazioni.

7-   Saresti favorevole ad un’introduzione di “test di qualità” per uniformare le università italiane da nord a sud?
Assolutamente si, spesso si sente di “esami facili” o “lauree regalate”, alla fine del percorso di studi tutti possiedono lo stesso titolo, è giusto per la dignità del laureato che un collega con lo stesso titolo abbia anche le stesse conoscenze di base.

8-   Università pubblica: favorevole a mettere “barriere all’entrata”(test di ingresso e quindi meno alunni) per ottenere più qualità e magari meno costi in futuro?
Per determinate facoltà si. Se l’offerta è troppo alta il prezzo si abbassa, non lo dico io ma il mercato. Se vogliamo avere stipendi più competitivi ed in linea con il resto d’Europa, è uno dei dolorosi passi da compiere.

9-   Come mai hai scelto questa facoltà?
Sono laureato in Sociologia, ma non sono rimasto soddisfatto di come la mia disciplina viene intesa in Italia, viaggiando ho potuto cogliere altri aspetti, e credo che questa sia la facoltà che più si avvicina alla mia visione dell’Economia come Scienza Sociale.

10-   “Studente au pair”, ovvero possibilità di scambiare un semestre con un altro studente nel mondo in un'altra università( con esami equipollenti); la vedi come un’utopia o come una possibile e reale innovazione?
Basta poco, buona volontà. Forse sarò cinico, ma penso che mostrare a chi di dovere un modo per fare soldi con questi scambi, sia un buon compromesso per migliorare la nostra formazione.