domenica 8 maggio 2011

Il PD ed il centrosinistra: un punto di vista sulla situazione attuale.

Ciao a tutti!! Con questo post introduco un argomento sempre di grande attualità, ovvero ciò che avviene nell'area politica del centrosinistra ed all'interno del suo partito più grande, il PD.
Mi sono avvalso del punto di vista di un ragazzo, Francesco Nicoli, appassionato di politica ed economia, per avere un punto di vista giovane e fresco ed effettuare un'analisi lucida e libera dalle facili retoriche.
Francesco, studente all'università Sacro Cuore di Milano, vanta numerose esperienze di studio all'estero, tra cui annovero l'università di Montpellier, utili a forgiare un carattere cosmopolita ed un'obiettività critica notevole.
Vediamo cosa ha risposto alle mie domande.


1-    A  quale “corrente di pensiero” interna al PD appartieni?

Mi riconosco in una visione liberal-democratica del partito, che oggi pare un po’ latitare. Credo fortemente in una democrazia bipartitica sul modello anglosassone, caratterizzato dal rispetto reciproco dei contendenti. Considero cruciale la dinamica economica,  perché il futuro di questo paese sta nel controllo oggi delle conseguenze della globalizzazione. (Clinton ripeteva a se stesso “it’s the Economy, stupid”). Il leader che di gran lunga si avvicina di più a questa visione è fuor di dubbio Walter Veltroni.

2-     Ritieni una scelta giusta e doverosa, oppure frettolosa ed ingenerosa quella di allontanare Veltroni subito dopo la sconfitta nel 2008?

Veltroni non è stato allontanato, si è dimesso. Una scelta di grande umiltà di un uomo a servizio del suo partito. La tragedia fu l’ostruzionismo più completo che paralizzò durante la sua segreteria la vita del partito, e perché no, la scelta sbagliata di alcuni collaboratori.

3-     Sinistra e potere; spesso, quando un politico in area centro-sinistra mette in atto una buona iniziativa, magari neanche su scala nazionale, viene subito proposto come leader, anzichè come un ottimo esponente del partito. Ritieni questo un sintomo di un vuoto di potere? Quanto pensi che ciò incida in un’ottica di perdita di elettori?

La questione è: chi propone queste persone come leaders? Spesso l’informazione ha un ruolo cruciale nel costruire “il mito” di un personaggio e a proiettarlo su una scena inattesa. Venendo alla risposta, penso che la sinistra sia orfana di un progetto, prima che di un leader. Io ritengo che prima  vadano fatti i programmi, poi si possa procedere a scegliere il leader. Oggi non abbiamo programmi coerenti, non abbiamo una “vision”, per questo siamo fallimentari. Il progetto di Veltroni, per quante pecche potessero macchiarlo, aveva il pregio di portare avanti una visione del mondo, della politica, dell’economia, che era percepita unitariamente, come una sfida. Oggi ci manca questo: una visione del mondo.

4-     Non ritieni che il PD abbia abusato delle primarie?

Ritengo che non si abusi mai per troppa democrazia. Le primarie sono il modo migliore per educare i propri membri a comportarsi ed accettare la scelta democratica. Dovremmo chiederci però: “quanto sono democratiche le nostre primarie? Come migliorarle?”  penso che bisognerebbe adottare un modello di primaria “lunga”, regione per regione, in modo da dare la possibilità alla gente di riflettere sulle sue scelte. E penso anche  che il partito dovrebbe fare, in fase “non elettorale” (interna ed esterna) un cammino di formazione alle primarie per iscritti e partecipanti: il problema più grande della democrazia è quando i soggetti chiamati a votare non sono in grado di collegare le figure dei leader con i loro progetti, ma votano semplicemente sulla base della “simpatia”.

5-     Chi è il tuo leader preferito?

Ei fu Tommaso Padoa Schioppa. Lui era un leader, ma espresso, forse, in altri termini. Dopo, non vedo con dispiacere Renzi o Civati, ma anche personalità esterne come Monti o Montezemolo non mi dispiacerebbero.

6-     Il PD e l’apertura verso la sinistra comunista; tu come la vedi? Ritieni le idee e la personalità di Vendola compatibili con il PD?

Vendola si rifiutò di entrare nel PD, trattando con disprezzo il nostro progetto. Se ora pensa diversamente rispetto al nostro partito, lo faccia sapere. Saremo ben felici di fare un congresso per accogliere l’ex SeL nel Partito Democratico. Ma la vocazione resta maggioritaria.

7-     Chi fa più opposizione a sinistra, Bersani o Di Pietro?

Cosa vuol dire opposizione? Opposizione è chi urla di più, o chi cerca di costruire un futuro diverso al paese senza sacrificare ogni cosa per piccole vittorie nello scontro politico quotidiano? Quando Di Pietro attacca il capo dello stato, vota contro le missioni all’estero, si pone al di fuori della logica, dalla tradizione e dalla prassi costituzionale che vuole le forze politiche divise sui temi d’ordinaria amministrazione, ma coese nella difesa delle forze armate impegnate all’estero e nel riconoscere nel capo dello stato l’organo di reciproca tutela. Ricordiamoci tutti che il patto democratico si fonda su un Consenso per Intersezione, nella riuscita definizione di Rawls, e che il capo dello stato ha come unico e sacro dovere difendere i fondamenti di tale patto.

8-     Personalmente ritengo i partiti di estrema sinistra adatti solo a fare opposizione, ma con scarsa vena costruttiva quando si tratta di governare. Concordi?

Non avendo mai governato, e sapendo che non governeranno mai, costruiscono il proprio consenso su forme più raffinate, ma altrettanto odiose, di populismo allo stato brado.

9-     Quanto potrà pesare il “disfattismo” dei partiti di estrema sinistra in caso di vittoria alle elezioni? Il caso Prodi insegna..!

Prodi perse all’ultimo istante il 15% dei consensi moderati perché un leader di un micro partito estrema sinistra,  preoccupato dal fatto che un centro della coalizione troppo forte avrebbe annullato il potere di veto del suo micro partito,  andò in televisione e disse che avrebbe aumentato le tasse alla classe media. Raggiunse il suo obiettivo e ottenne il potere di veto. Sappiamo come andò: io spero che l’estrema sinistra continui a restare esclusa dall’arena parlamentare, almeno fino al momento in cui non trova forme più civili di confronto politico.

10-Immaginati a capo del PD nell’opposizione; indica 3 punti sui quali faresti una tenace  opposizione all’attuale governo.

1)    Riforma costituzionale e della giustizia
2)    Politica estera verso dittatori vari, Putin in primis
3)    Totale assenza di riforme economiche, anche a costo 0.

11-Immaginati a capo del PD al governo; indica i 3 punti principali su cui lavorare nei primi 100 giorni.

1)    “It’s the economy, stupid”. Bisogna rilanciare l’economia, e al contempo ottenere il pareggio di bilancio. Una mission impossible che vedrebbe tutta la mia attenzione.
2)    La politica Europea: molti temi della globalizzazione sono impossibili da gestire a livello locale, pensiamo all’immigrazione, alla politica economica comune, alla politica estera.
3)    Il federalismo: esso dev’essere una priorità assoluta per un partito di centrosinistra, in quanto – se ben inteso- principio di governo che concilia responsabilità e solidarietà. A mio avviso, senza il federalismo la democrazia è incompleta.

12-Condividi la posizione del PD sulla guerra in Libia?

Certamente. Tra l’altro, mi spiace che il premier abbia cambiato idea cosi tardi. Viste tutte le volte che il Cammellaio è venuto sul suolo patrio, sarebbe stato molto comodo da catturare…

13-A tuo parere, ritieni D’Alema un “burattinaio” con ancora forte influenza nel centro-sinistra, oppure credi che il suo peso politico sia limitato?

D’Alema è un leader dalle straordinarie capacità e dallo straordinario carisma. Ritengo sia essenziale per questo partito, non c’è nessun altro (eccetto forse lo stesso Prodi) che ha una tale conoscenza dell’arena internazionale ed europea. detto questo, io ritengo che gli vada affidato un compito chiaro e preciso, da cui disponga di una forte autorità, limitata però sul suo settore. Lasciarlo privo di incarichi (e quindi di vincoli e obiettivi formali) è un modo per non volerlo mettere alla prova e consentirgli di fare il suo gioco dietro le linee. A mio avviso, dovrebbe ricevere il mandato di costruire, per le prossime elezioni europee. Un Partito Democratico Europeo. È l’unico, in Europa, a poterlo fare.

14-Affidare la leadership del PD ad uno “straniero”, fuori dai giochi della politica, come ad esempio Corrado Passera; tu come la pensi al riguardo?

Non conosco l’esperienza di Passera direttamente. Vedrei però con favore altri grandi personaggi, come Montezemolo, Draghi o Monti.